La Bibbia

SUPPLEMENTI PER LA LETTURA E L’APPROFONDIMENTO

Non molto tempo fa, la diffusione annuale della Bibbia, presentata nella sua totalità o in parte, era di 562 milioni di copie. Ai nostri giorni la Bibbia è un «best-seller». Viene tradotta in più di 2.200 lingue e dialetti e altre centinaia se ne aggiungeranno nel prossimo futuro. La sua diffusione non è dunque limitata all’occidente. Ovunque è bene accolta. Questo successo è dovuto al fatto che il suo contenuto è ancora attuale nonostante i progressi della scienza e della tecnica.

Perché oggi si desidera avere la Bibbia? Indubbiamente perché Dio, tramite essa, ha ancora qualcosa d’importante da dire sui nostri problemi umani. Questa lezione ci permette di scoprire la Bibbia, la «Parola di Dio».

L’origine della Bibbia

La redazione della Bibbia ha coperto un periodo che va oltre i 1.500 anni. La prima parte del libro, l’Antico Testamento, fu scritta fra il 1450 e il 400 a.C.; la seconda, il Nuovo Testamento, fra il 50 e il 100 della nostra era. I primi scritti che compongono la Bibbia risalgono dunque a più di 3.000 anni fa!

La formazione dell’Antico Testamento

Molti autori della Bibbia hanno descritto l’azione divina su di loro o su altri messaggeri di Dio: Mosè (Esodo 17:14), Giosuè (Giosuè 24:25-27), re, giudici e profeti. In Israele i loro scritti furono raccolti, ordinati e conservati. Questa raccolta di 39 libri costituisce l’Antico Testamento. Quando Gesù parlava delle Scritture spesso si riferiva proprio a questa collana (Luca 24:27).

La raccolta del Nuovo testamento

Gli apostoli Paolo, Pietro e Giovanni a parecchie riprese inviarono delle lettere alle prime chiese (per esempio: Colossesi 4:16). Questi messaggi furono riscritti e spediti ad altre comunità. In questo modo si formò la raccolta delle lettere. D’altro canto, le prime comunità cristiane sentirono la necessità di disporre per iscritto delle relazioni sulla vita e sugli insegnamenti di Gesù. Questa fu l’origine degli evangeli (Luca 1:1-4). Questi, insieme con le lettere degli apostoli, ossia 27 libri (contando anche gli Atti degli Apostoli e l’Apocalisse di Giovanni), costituiscono il Nuovo Testamento.

Unità della Scrittura

Un’armonia perfetta regna tra l’Antico e il Nuovo Testamento. Il primo annuncia la venuta di Cristo, il secondo descrive il suo ministero. La fede cristiana si basa su questo insieme molto coerente di Scritture sacre.

Parola degli uomini o Parola di Dio?

Che cosa ci permette di considerare la Bibbia come Parola di Dio? A scriverla non sono stati dei semplici uomini? Senza dubbio, ma questi sono stati animati, ispirati dallo Spirito di Dio: «… degli uomini hanno parlato da parte di Dio, perché sospinti dallo Spirito Santo», ha affermato l’apostolo Pietro (2 Pietro 1:21). La trasformazione morale di coloro che hanno preso l’abitudine di leggere la Bibbia per quello che essa è, ne testimonia il carattere soprannaturale. La Bibbia è proprio la Parola di Dio. Ma i suoi vari autori, nella scelta che fecero delle parole, secondo il loro genio personale, furono condotti dallo Spirito di Dio. La Bibbia è il frutto straordinario di un’associazione perfetta di Dio con i suoi docili servitori.

Molti scrittori ma un solo libro

Dunque, non ci si deve stupire; sebbene i suoi vari autori abbiano scritto in epoche e località diverse, la Bibbia non tratta che un unico tema: l’azione di Dio per salvare l’uomo.

Un libro per tutti

Se consideriamo l’estrazione sociale dei numerosi autori della Bibbia, notiamo una grande diversità. Davide e Salomone erano re. Daniele era statista (Daniele 6:1-4), Amos era pastore (Amos 1:1). L’apostolo Pietro era, com’è risaputo, un pescatore; Matteo riscuoteva le tasse per i Romani (Matteo 4:18; 9:9); Paolo era un intellettuale (Atti 26:24); Luca era un medico (Colossesi 4:14. Questa diversità non è frutto del caso, ma della volontà di Dio. Essa ci mostra che la Bibbia, scritta da uomini così diversi gli uni dagli altri, si rivolge a tutti.

La Bibbia si rivolge a me personalmente

La Sacra Scrittura ha lo scopo di rivelarmi questo Dio, il quale desidera che io vada a lui. Essa racchiude tutto quello che è necessario per la mia salvezza. «Ogni Scrittura è ispirata da Dio e utile a insegnare, a riprendere, a correggere, a educare alla giustizia» (2 Timoteo 3:16).

Un libro che mi parla dei miei problemi

 La Bibbia non mi dà soltanto delle regole per la felicità; essa mi parla anche del mio stato di inadeguatezza davanti a Dio e alla vita, stato che essa mi rivela apertamente! (vedi Ebrei 4:12). Perché lo fa? Perché Dio agisce nei miei confronti come farebbe un bravo medico, la cui terapia per essere efficace necessita di una diagnosi sicura (2 Timoteo 3:16,17). Occorre che l’uomo riconosca di essere malato, che sia informato sulla sua malattia e che accetti di farsi curare (Luca 5:31,32). Allora la vita gli sorriderà (Giovanni 15:11).

Come leggere la Bibbia?

Sapere questo è essenziale! Infatti, la Bibbia non è un libro d’avventure che si «divora». Al contrario, non è neppure uno dei tanti libri di pietà, da leggere regolarmente per dovere religioso. Alcuni, volendo trovarvi soprattutto delle contraddizioni, la leggono con parzialità. È evidente che questi diversi modi di leggere la Bibbia non potrebbero apportarci il soccorso divino.

L’atteggiamento giusto

La parabola del seminatore (Luca 8:4-15) mostra che l’influsso esercitato dalla Bibbia dipende dal modo in cui la si legge. Noi siamo simili a un terreno nel quale è caduto un seme che si svilupperà in modo diverso, secondo la natura del suolo. Dobbiamo dunque leggere la Bibbia con sincerità, senza pregiudizi e con il vivo desiderio di comprenderla e di trarvi delle direttive per la nostra vita. Ecco tre consigli al riguardo.

La Bibbia non è un romanzo

Un romanzo lo si può leggere in fretta, in modo superficiale e, naturalmente, senza l’aiuto di Dio. La lettura della Bibbia, invece, è un’altra cosa. Il libro mediante il quale Dio ci parla si definisce come un testamento in due parti. Dio ci destina infatti un’eredità. Dovremmo essere attenti alla lettura di questo testamento e pregare per comprenderne tutte le clausole!

La Bibbia non è un giornale

Un giornale viene letto molto rapidamente; la Bibbia, no. Essa è il «pane» che Dio ci dà per nutrire il nostro spirito, ed è necessario che ci prendiamo il tempo per assimilarlo. Anche le sue dichiarazioni più semplici vanno meditate. Nel leggere un testo biblico, dobbiamo domandarci: che cosa significa? Che cosa insegna su Gesù, sull’uomo, su me stesso?

La Bibbia non è un libro illustrato…

…che si sfoglia, più o meno distrattamente. Le numerose verità che contiene sono molto importanti per l’orientamento da dare alla nostra vita! Ne è stata consigliata una triplice lettura: una iniziale, per averne un’idea generale; una seconda per scoprirne il significato profondo, una terza che ci permette, allora, di imprimerne i pensieri importanti nella mente e nel cuore.

Un tesoro inestimabile

Si può considerare la Bibbia come un tesoro. E non certo da poco: essa è una vera pietra preziosa, o piuttosto una miniera d’oro, che suscita la ricerca. Chi intraprende questa ricerca senza timore si meraviglierà d’incontrare in questo modo Dio stesso e suo figlio Gesù Cristo. Egli potrà sentire riferita a sé la seguente dichiarazione del Salvatore agli Ebrei: «voi investigate le Scritture, perché pensate aver per mezzo d’esse vita eterna, ed esse son quelle che rendono testimonianza di me» (Giovanni 5:39).


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