Buone Notizie #19

SUPPLEMENTI PER LA LETTURA E L’APPROFONDIMENTO

TESTIMONIANZA

di Giuseppe Cupertino

(dal libro AA.VV., Dizionario di dottrine bibliche, Edizioni ADV, Falciani Impruneta FI, 1990)

Greco: marturìa, testimonio, prova. Deriva da martus, testimone. Da esso viene il verbo marturèô, confermare, attestare, portare una testimonianza positiva in favore di. Infine abbiamo martùrion, prova, testimonianza, che indica il contenuto più che l’atto di una deposizione. In ebraico i termini che la LXX traduce con vocaboli del gruppo di marturìa sono mo’ed e’edut. Il primo è tradotto nella maggior parte dei casi con martùrion e quindi si riferisce al contenuto, all’oggetto dell’azione, mentre per il secondo viene usato marturìa, e quindi dà rilievo all’azione del testimoniare.

1. Antico Testamento (AT)

Nell’AT la parola testimonianza assume quasi sempre un valore giuridico e si riferisce all’atto di attestare, provare. In un primo momento il termine ha il valore di segno (Genesi 31:45-52). Perciò anche un oggetto può rendere una testimonianza e servire a ricordare un patto, un evento o un impegno preso (Giosuè 22:26,27; 24:26,27; Isaia 19:19,20). La legge prevede e regolamenta l’uso della testimonianza (Numeri 5:13; 35:30; Deuteronomio 17:6;19:15). La falsa testimonianza è denunciata e punita dal Decalogo (Esodo 20:16).

L’unica testimonianza sicura e affidabile è quella di Dio. È Lui il vero garante delle testimonianze degli uomini (Genesi 31:53 ss; Geremia 42:5). Per via della sua eternità anche la sua testimonianza, espressa nella sua legge diventa immutabile nella sua espressione fisica: le tavole di pietra, e nella sua espressione spirituale: il messaggio dei profeti (Esodo 25:16 ss; 31:18; Isaia 43:10). Spesso questa testimonianza è sfavorevole al popolo (Geremia 29:23; Michea 1:2; Amos 3:13). È nel libro del profeta Isaia (43:8-13) che la testimonianza assume una «dimensione missionaria nella vita del popolo…» che «acquisterà la sua piena fisionomia solo nel NT» (L. COENEN).

2. Nuovo Testamento (NT)

La nozione di testimonianza nel NT diventa più ampia e partendo dal significato giuridico (Matteo 18:16; Luca 22:17; 2 Corinzi 13:1; Colossesi 4:13) si sposta verso un contenuto più teologico. Negli scritti giovannei questo significato nuovo emerge con più forza. In essi l’uso del termine marturìa è il più frequente di tutto il NT: 30 volte tra vangeli, epistole e Apocalisse, su 37 in tutto il NT. Da ciò si può concludere che Giovanni sia l’autore che, più di ogni altro, affida al vocabolo un significato specifico diverso dal semplice valore giuridico. Giovanni si serve di questo termine per «esprimere in tutti gli aspetti l’evento della comunicazione della rivelazione divina» (L. COENEN). Questa rivelazione è che Gesù è il mediatore tra Dio e il mondo (1 Timoteo 2:5). Siamo nel prosieguo della linea tracciata nell’AT dal profeta Isaia con le sue elegie al «Servo dell’Eterno», il quale è la vera rivelazione della natura e della volontà di Dio nei confronti degli uomini (Isaia 53).

In effetti nel NT, i discepoli, da testimoni di fatti diventano testimoni di un’idea. Questo nuovo status viene loro dato da Cristo, il quale formula il concetto di testimone della verità, attribuendosi questa funzione, (Giovanni 18:37) e affidando lo stesso mandato ai suoi seguaci (Atti 1:8). Il centro della testimonianza è quindi Lui, il Cristo. Egli riceve la testimonianza di Giovanni Battista (Giovanni 1:15,19; 3:26), del Padre (Giovanni 5:31,37; 8:16 ss) e dei suoi discepoli (Atti 1:8). Nell’espletare questa missione, i credenti incontrano le prime difficoltà e persecuzioni (vedi la lapidazione di Stefano: Atti 7:57-59). Questo è il passaggio attraverso il quale il termine marturìa da un significato puramente giuridico assume il significato teologico ed ecclesiastico di martire: cioè colui che rende testimonianza con il proprio sangue (Apocalisse 11:7).

3. Sintesi teologica

La testimonianza nel contesto biblico neotestamentario è un concetto tanto giuridico quanto teologico. Il punto di partenza è l’esistenza di un fatto che ha determinato il corso della storia umana. Questo fatto è l’evento Cristo. Questo evento è in un primo momento attestato da un punto di vista giuridico da dei testimoni oculari, i quali hanno assistito all’azione del Maestro quando era fra gli uomini (Atti 1:21,22); ma in un secondo tempo la testimonianza viene legata non più alla storicità dell’evento bensì alla trasformazione che ha provocato nella vita degli uomini sia a livello individuale che collettivo. L’intervento storico del Cristo aveva come scopo quello di portare gli uomini alla libertà, ed è di questa libertà riconquistata che i credenti diventano testimoni (Giovanni 8:31-36; 1 Giovanni 5:11).

È nella fase dell’attuazione di questa «missione che il significato di testimone passa da quello di teste a quello di martire. I discepoli di Cristo, respinti dal mondo a causa della loro testimonianza, sperimentano la persecuzione fisica. Essi suggellano con il sangue versato, la fede nell’evangelo del Signore (Matteo 5:11,12; Apocalisse 1:9).

Testimonianza

  1. Del Padre. Matteo 17:5; Luca 9:35; Giovanni 8:13 ss; Atti 2:22; 1 Corinzi 2:1; Ebrei 2:4; 1 Giovanni 5:9.
  2. Dello Spirito. Marco 13:11; Luca 12:11; Giovanni 15:26; Atti 5:32; Romani 8:16; 9:1.
  3. Dell’evangelo. Atti 20:24; 1 Corinzi 9:16; Efesini 6:15; 2 Timoteo 1:13; 4:17.
  4. Degli uomini.
    • a) di Giovanni Battista: Giovanni 1:8,15,19-28,32-34; 3:27-36.
    • b) degli Apostoli: Giovanni 1:41-45; 19:35; 21:24; Atti 4:10- 12; 4:20,33; 8:25; 9:20,27; 10:42; 1 Corinzi 15:1-3; Filippesi 1:13; Colossesi 4:3; 2 Pietro 1:16-18; 1 Giovanni 1:2; Apocalisse 1:2,9; 2:3.
  5. Dei demoni. Marco 1:24; 3:11; 5:7; Luca 4:34; 8:28.

Bibliografia

AA.VV., Una famiglia speciale, letture per la settimana di preghiera, Edizioni ADV, Impruneta Firenze, 1999.

Knight, G., Alla ricerca di un’identità, Edizioni ADV, Impruneta Firenze, 2004.

Krause, G., La nuova evangelizzazione, Edizioni ADV, Firenze, 2013.

Rice, R., Fede, stile di vita, appartenenza, Edizioni ADV, Impruneta Firenze, 2010.

La confessione di fede degli Avventisti del 7° Giorno, Le 28 verità bibliche fondamentali, Edizioni ADV, Impruneta Firenze, 2010, cap. 13.

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