Buone Notizie #16

SUPPLEMENTI PER LA LETTURA E L’APPROFONDIMENTO

OBBEDIENZA

di David Ferraro

(dal libro AA.VV., Dizionario di dottrine bibliche, Edizioni ADV, Falciani Impruneta FI, 1990)

Greco: hupakoé, obbedienza, da hupakouo, obbedire, conformarsi a un ordine. In Ebraico il termine più usato è shama e derivati che significa letteralmente «ascoltare».

  1. Nell’Antico Testamento (AT) obbedienza significa ascolto di ciò che l’Eterno dice e messa in pratica dei suoi comandamenti. Vi è una stretta relazione tra obbedire e udire. Dio parla, si manifesta, sia mediante la predicazione di un profeta, sia mediante la promulgazione di una legge. Il fedele che ama Yahweh, quando ascolta ciò che Egli dice, risponde obbedendo, cercando di mettere in pratica la sua parola. Numerosi sono i passi nei quali si parla di obbedire alla voce dell’Eterno (1 Samuele 15:20; 1 Re 20:36; 2 Re 18:12; Deuteronomio 13:4; 15:5; 26:17; 27:10; Giosuè 24:24; Geremia 42:6).
    In Deuteronomio 11:27 e 28:15 i fedeli sono invitati a obbedire ai comandamenti dell’Eterno. Nell’AT l’obbedienza è la volontaria, libera sottomissione del credente alla autorità e alla Parola di Yahweh, del Dio che crea, che perdona, che redime e che promette prosperità e benedizioni a coloro che lo ascoltano e obbediscono alla sua Parola (Deuteronomio 11:8,9,26,27; 30:11-20).
    Obbedienza nell’AT non è fredda e formale osservanza di ciò che comanda l’Eterno, ma è espressione di amore (Deuteronomio 10:12; 6:5,6) e di riconoscenza per le grandi cose che Iddio ha fatte in favore del suo popolo (Deuteronomio 11:1-8).
    Tra i vari testi dell’AT dove si parla di obbedienza (1 Samuele 15:22; Genesi 26:5; Deuteronomio 13:4) degno di nota è Esodo 24:7, dove il popolo di Israele, dietro esortazione di Yahweh, risponde e confessa: «Noi fare mo tutto quello che l’Eterno ha detto, e ubbidiremo». Nell’AT l’obbedienza a Dio e ai suoi comandamenti si traduce anche in obbedienza nei vari rapporti umani: il figlio deve obbedire al padre, lo schiavo al padrone, il suddito al re (Genesi 28:7; 1 Samuele 8).
  1. Nel Nuovo Testamento (NT) la parola obbedienza è applicata ad una grande varietà di rapporti. I venti e il mare obbediscono al comando di Gesù (Matteo 8:27 e parall.), gli obbediscono gli spiriti immondi (Marco 1:27). Nelle sue epistole Paolo parla dell’obbedienza alle concupiscenze e al peccato (Romani 6:12-16) che caratterizza l’uomo prima dell’incontro con Dio, ma usa lo stesso termine per descrivere l’obbedienza della fede (Romani 1:5; 16:26); l’obbedienza a Cristo (2 Corinzi 10:5); all’evangelo (Romani 10:16; vedi 1 Pietro 4:17). Pietro chiama i credenti «figli di obbedienza» (1 Pietro 1:14); essi devono obbedire «alla verità» (1 Pietro 1:22; cfr. Romani 2:8; Galati 5:7) per arrivare ad un amore fraterno non finto.
    Il NT invita i seguaci di Cristo a obbedire alle autorità civili (Romani 13:1,2), ai magistrati (Tito 3:1) e ai conduttori spirituali (Ebrei 13:17). I figli devono obbedire ai genitori (Efesini 6:1; Colossesi 3:20). Qualora il credente si trovasse in una situazione di conflitto tra obbedienza a Dio e obbedienza all’uomo e alle sue istituzioni, egli è chiamato ad «ubbidire a Dio anziché agli uomini» (Atti 5:29) essendo Dio e la sua Parola autorità superiore a tutto e a tutti.
  1. L’obbedienza è la risposta dell’uomo che si sente oggetto dell’amore e delle cure divine. Il fedele obbedisce non per essere salvato (legalismo), ma perché egli è stato salvato e perché non prova altro che il desiderio di essere e di fare ciò che Dio si aspetta e desidera dai suoi figliuoli. Il credente desidera obbedire a Colui che lo ha redento e che è stato perfetto e unico esempio di obbedienza e di sottomissione, Gesù Cristo (Matteo 5:17).
    L’obbedienza della fede (Romani 1:5) non è obbedienza fine a se stessa, non è mai una virtù a se stante. Essa è la volontaria e libera sottomissione all’amorevole cura del Padre e del Figlio; essa è riconoscimento dell’autorità del Dio che non solo ci ha creati ma ci ha anche redenti in Cristo e ci ha promesso la vita eterna. Obbedire significa impegnarsi a vivere in armonia con la volontà di Dio, così come è espressa e contenuta nelle Sacre Scritture.
  1. Il cristiano vive in una società dove i valori morali e il principio d’autorità sono sempre più frequentemente abbandonati e scherniti, dove tutto è misurato con il falso metro dell’individualismo e del relativismo. In questo contesto dove sembra prevalere il qualunquismo, l’indifferenza, persino l’anarchia, l’uomo è esortato dalle Sacre Scritture a riconoscere l’autorità di Gesù Cristo, Signore dei signori, Re dei re (Apocalisse 17:14). Il Salvatore ci invita a sottometterci con gioia alla sua autorità e alla sua Parola che sola pub dare un pieno e nuovo significato alla nostra vita.
    «Sottomettetevi dunque a Dio… Avvicinatevi a Dio, ed egli si avvicinerà a voi. Pulite le vostre mani, o peccatori; e purificate i vostri cuori, o doppi d’animo!» (Giacomo 4:7,8).

Bibliografia

AA.VV., Dieci parole per amare la vita, Edizioni ADV, Impruneta Firenze, 2001.

(Questo libro è esaurito – lo si può trovare in qualche libreria di chiesa o famiglia avventista)

Badenas, R., Legge di libertà, Edizioni ADV, Impruneta Firenze, 2004.

Wade, L., I dieci comandamenti, Edizioni ADV, Impruneta Firenze, 2010.

Per acquistare questi volumi puoi visitare il sito: www.edizioniadvshop.it o richiederlo al responsabile della libreria di chiesa della comunità avventista che frequenti)

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